stelle variabili
la nostra survey
di Antonio Vagnozzi
Nel 2006, l'astrofilo Silvano Casulli, dell’Osservatorio di Vallemare di Borbona (Rieti), aveva «simpaticamente costretto» l'amico Stefano Valentini, tecnico informatico ed astrofilo di Mentana (Roma), a realizzare un software che consentisse di analizzare i files prodotti da Astrometrica (un software a carattere astrometrico, realizzato dall’astronomo austriaco Herbert Raab) a fronte di una lunga serie di immagini dedicate alla stima della curva di luce di un pianetino, (con il telescopio puntato tutta la notte sullo stesso campo stellare).

La richiesta nasceva dall’idea poter individuare velocemente la presenza di variabili a breve periodo nel campo stellare circostante il pianetino, andando alla ricerca di evidenti oscillazioni di luminosità di qualche stella tra tutte quelle presenti sulle immagini di una singola sessione. Per Casulli, però, lo studio delle variabili era solo un’attività collaterale allo studio dei pianetini e, allora, Valentini cercò di convincere Vagnozzi, titolare dell'osservatorio umbro, a fare qualche prova in tal senso con il suo telescopio Ritchey-Chretien da 500 mm (f/6) e con la sua ccd Sbig STL-1001E.

Nel 2009 venne così effettuato un test sul campo stellare di SZ Lyncis, che ebbe come risultato immediato la scoperta di una nuova variabile, designata inizialmente FVSS-1, dove la sigla FVSS era l'acronimo di Fast Variable Stars Survey. La mancanza di esperienza in tale campo, portò tuttavia a ritardare la comunicazione della scoperta all'AAVSO quel tanto che fu sufficiente a farsi "soffiare" la scoperta da un astrofilo statunitense.

Su una serie di immagini riprese tra l'ottobre e il dicembre del 2010, sul campo della variabile V432 Persei, furono poi identificate altre 2 nuove variabili, denominate provvisoriamente FVSS-2 e FVSS-3, ma, per problemi organizzativi, le osservazioni delle variabili furono sospese per più di un anno a favore della ricerca delle supernovae. Valentini colse l'occasione per migliorare il software di elaborazione dei files di Astrometrica, in modo tale da rendere più celere l’individuazione delle sospette variabili. Inoltre, installò presso l'osservatorio umbro un software che gli consentisse di gestire remotamente la ricerca (da Mentana, Roma).

Fig.1
Prima curva di luce ottenuta per la FVSS-2


Proprio nel corso dei test di funzionamento del nuovo software, Valentini individuò altre tre stelle variabili nel campo di FVSS-2: di esse, avendo già molte serate disponibili, fu possibile determinare immediatamente sia il periodo che l’ampiezza. Tali stelle furono catalogate provvisoriamente come FVSS-4, FVSS-5 e FVSS-6.

A metà novembre del 2011 tutto era pronto per la partenza ufficiale della Fast Variable Stars Survey: Vagnozzi avrebbe garantito la parte meccanica (accensione, puntamento e controllo del telescopio), mentre Valentini avrebbe provveduto all'analisi delle immagini e alla ricerca delle variabili.

Da tale data, e fino all'inizio del marzo 2012, la FVSS fu sottoposta ad un vero e proprio tour-de-force, sfruttando ogni possibile notte serena, comprese quelle non propriamente fotometriche, e i risultati si fecero subito vedere: 2 nuove variabili furono scoperte nel campo di V429 Persei, 11 nel campo di AX Persei, 9 in quello di YY Persei, 4 in quello di V338 Geminorum e 1 nel campo di AU Ursae Majoris. Sommandole alle 5 scoperte nel campo di V432 Persei si arrivò ad un totale di 32 nuove identificazioni.

Delle 32 nuove variabili, tutte catalogate nel database dell’American Association of Variable Star Observers (AAVSO), 11 sono risultate eclissanti di tipo W Ursae Majoris (EW), 8 eclissanti di tipo β Lyrae (EB), 6 eclissanti di tipo Algol (EA), 5 pulsanti di tipo δ Scuti (DSCT) e 2 pulsanti di tipo RR Lyrae (RRab).

Il 21 febbraio 2019, nell'Information Bulletin on Variable Stars numero 6261 (Volume 63), l'Unione Astronomica Internazionale (IAU) ha approvato la nomenclatura definitiva di tutte e 32 le variabili.